Ben 61 aziende britanniche attive in diversi campi – dalla ristorazione alla finanza, dal marketing all’informatica – hanno sperimentato da giugno a dicembre 2022 l’introduzione di una settimana lavorativa di quattro giorni (ovvero 32 ore). I risultati di questo esperimento, il più grande finora condotto al mondo, sono molto positivi: i lavoratori sono meno stressati, lavorano meglio e chiedono meno giorni di malattia, e la produttività delle aziende non è affatto calata, anzi – in alcuni casi è addirittura leggermente aumentata.. meno stressati. I risultati parlano chiaro: l’adozione di una settimana lavorativa di quattro giorni ha fatto sì che per il 71% degli impiegati diminuissero i livelli di burn-out (ovvero esaurimento da lavoro), e che il 39% si sentisse meno stressato. Oltre a questo, le richieste di giorni di malattia sono scese del 65% e quelle di dimissioni del 57%.. La spinta della covid. Secondo diversi dirigenti aziendali, l’idea di una settimana ridotta è nata in risposta alla pandemia, per attrarre nuovi talenti nel mercato del lavoro post-covid e come valida alternativa al telelavoro. Più in generale, la pandemia ci ha fatto riflettere sull’importanza di avere più tempo libero da passare con famiglia e amici, e la settimana lavorativa “corta” ci permette di bilanciare al meglio il lavoro e la vita privata.. Flessibilità e compromessi. Parlare di “settimana lavorativa di quattro giorni” non è proprio corretto: alcune aziende hanno deciso di chiudere del tutto adottando un fine settimana di tre giorni, mentre altre hanno preferito scaglionare il lavoro dei dipendenti su una classica settimana da cinque giorni, senza che ognuno superasse le 32 ore settimanali. Un ristorante, ad esempio, ha calcolato la settimana di 32 ore su un intero anno solare, facendo lavorare di più i dipendenti nei mesi estivi, in alta stagione, e riducendo l’orario in quelli invernali. Alcune aziende hanno invece richiesto dei compromessi ai propri dipendenti, tra cui una riduzione nei giorni di ferie o la disponibilità ad essere chiamati con poco preavviso al lavoro.. Tempo libero. Il tempo guadagnato grazie alla settimana lavorativa corta è stato impiegato dai dipendenti perlopiù per svolgere attività poco piacevoli ma necessarie (che prima svolgevano nel fine settimana), come fare la spesa o pulire casa: in questo modo, il sabato e la domenica sono rimasti liberi per il divertimento. Per chi aveva figli piccoli, il giorno libero extra durante la settimana è servito per risparmiare sulla babysitter; in generale, tutti hanno dichiarato di aver trovato più tempo per svolgere attività a cui sono appassionati, come la cucina o lo sport, o di aver sviluppato nuovi interessi.. Qualche lato negativo. Per qualcuno la settimana corta non è stata tutta rose e fiori: molti dipendenti di grandi aziende si sono detti preoccupati di avere un carico di lavoro maggiore, mentre chi lavorava in ambito creativo si è detto scontento della riduzione dei momenti conviviali (sacrificati a favore dei “periodi di concentrazione” anti perdite di tempo), sostenendo che spesso è proprio dalle chiacchiere che nascono nuove idee.. Nel complesso, comunque, l’esperimento è stato un successo: visti gli ottimi risultati, 56 aziende su 61 (il 92%) hanno deciso di mantenere la settimana lavorativa ridotta..