
Un teschio trovato nella grotta “Marcel Loubens” è stato sottoposto, di recente, a delle analisi, che ne hanno rivelato una storia violenta e peculiare.
Nel 2015, un gruppo di speleologi bolognesi individuarono nella cava “Marcel Loubens” un cranio umano, appartenuto ad una donna dell’Età della Pietra. Un dubbio fondamentale nacque in quell’istante: come poteva una testa trovarsi ad una tale profondità? Un nuovo studio pubblicato nella rivista PLOS One ha provato a rispondere a questa domanda.